Promuovere Comunità per uscire dall’antropocene. Una proposta politica.

Promuovere Comunità per uscire dall’antropocene. Una proposta politica.

Alla IX Conferenza internazionale della decrescita, svoltasi a Zagabria a fine agosto 2022, il gruppo di lavoro “Comunità e Decrescita” ha presentato, per conto dell’Associazione italiana della decrescita, un documento-proposta politica centrata su un disegno istituzionale alternativo a quello statual-nazionale.

In sostanza, la tesi da cui partiamo è che ciò che accomuna tutte le realtà istituzionali statual-nazionali (i veri fulcri socioeconomici e politici) è una logica di potenza basata sulla competizione economica fra macrosistemi, dove la posta in gioco è l’accaparramento ed il consumo delle risorse naturali sempre più scarse, con il risultato sempre più evidente di una spirale autoalimentantesi di crisi ambientale e politica. In sostanza, se non interveniamo per spezzare questa dinamica, l’unico dubbio che rimane è capire – da spettatori impotenti – se interverrà prima il collasso ambientale o la guerra.

La nostra proposta vede quindi nella formazione di Comunità territoriali trasformative il tassello base di una nuova architettura istituzionale costruita dal basso e che genera un suo sistema federale “orizzontale” che, dal locale giunge al globale.

Ma, per evitare che questa sia l’ennesima utopia irrealizzabile (perché nel frattempo il sistema sarà collassato o/e perché avanzata da generali senza esercito) bisogna subito chiarire che il disegno istituzionale va inteso come “condizione” come progetto la cui realizzazione spetta ad ogni cittadino che, insieme ai suoi pari, decide di dare vita, di costituire nel suo-loro territorio di vita, la Comunità e, allo stesso tempo, la struttura federale alle diverse scale territoriali.

Quindi, gli attori del cambiamento sono tutte le persone di questa terra, perché o ci si salva tutti insieme, oppure il collasso sarà inevitabile. Tanti anni fa, quando ancora era possibile invertire la rotta, ebbe successo l’affermazione rivolta alle persone: “pensare globale, agire locale”. Oggi l’imperativo non può che essere: “agire locale e globale”. Questo significa che i territori di vita delle persone sono contemporaneamente locali e globali e quindi ogni persona deve partecipare alla formazione dell’insieme delle nuove istituzioni. Ma, affinché questa partecipazione vada nella giusta direzione è necessario un salto cognitivo individuale e collettivo tale da liberarci non solo dal paradigma dell’uno contro l’altro (neoliberismo e/o tribalismo) o del cooperativismo parziale dell’uno con l’altro, ma dell’uno per l’altro-altri.

Con queste premesse, vediamo di chiarire che cosa intendiamo per Comunità territoriali trasformative.

In primo luogo, perché si possa parlare correttamente di Comunità, senza cadere nella babele di significati strumentali che essa ha assunto, occorre dire che essa Comunità è tale se dispone di un bene comune generale. Questo bene comune è il territorio di vita dei suoi abitanti, da cui dipende la loro sussistenza. Ma, per evitare che ogni Comunità entri in conflitto con le altre realtà comunitarie, spetta al sistema federale co-definire il problema della “giusta misura”, trovando un giusto equilibrio fra dimensione demografica ed estensione territoriale. La giusta misura è tale se consente ai suoi abitanti di applicare i processi decisionali in forma diretta (autogoverno), anche per organizzare la propria sussistenza, rifuggendo dal pericolo dell’autarchia o/e della competizione economica.

Tutte queste condizioni, trovano un buon antecedente operativo nella LR 4/2017 della Regione FVG “Nome per la valorizzazione e promozione dell’economia solidale”. Questa norma trova il suo tassello base nella formazione di Comunità territoriali, per iniziativa di cittadini che vanno a costituire, nelle loro realtà di vita, proprie Assemblee di Comunità. A loro spetta svolgere la funzione di promozione delle filiere produttive da cui dipende la sussistenza del ben vivere.

Consulta qui il documento in lingua inglese presentato alla IX Conferenza internazionale della decrescita, svoltasi a Zagabria a fine agosto 2022.